dematteis+locardi   Italia
IL GIARDINO DEI CEPPI  
27 ceppi affondano nel terreno. Rivolti a oriente lasciano dietro di sé un solco nella terra. Piante e piccoli animali sono accolti nelle fessure del legno. Il ceppo, un tempo ferito nell’accogliere e sostenere gli attrezzi del lavoro manuale, diviene ora mezzo per lo sviluppo della vita. Il giardiniere opera con l’iniziale innesto di specie pioniere autoctone. L’azione umana sublima in un gesto, anche traumatico, i lenti tempi con cui la natura si appropria dei luoghi dell’abbandono. In uno spazio rotto e reso inospitale dalle vicende umane, l’uomo-giardinere ricompone lo strappo. Egli innesca con piccole operazioni le condizioni idonee perché i processi naturali si dispieghino poi autonomamente. La natura nella realtà riparata e protetta del chiostro riprende vita. La distesa di ceppi opera come una serie di micro-scopi. Eleva da terra il lento mutare della natura e pone in primo piano i suoi processi e molteplici equilibri.
Author(s): andrea de matteis, chiara locardi
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