Un prato, inciso, solleva man mano una forma, un'ombra tra il piano esatto della certosa e le terre esterne, mosse alzanti verso il bordo montuoso. Un albero e due sedute stanno tra la nuova figura e il limite dell'hortus. Tra la certosa esatta e un esterno incerto, tra una cella sempre ripetuta e questo giardino temporaneo: oscillazioni di senso quotidiane, abitudine alle differenze sempre al limite della noncuranza. Qui il progetto cerca una forma stabile, anche nei materiali, gią di per sč mutevoli, di un giardino a scadenza. L'effimero verrebbe lasciato alla concretezza delle cose, alla costruzione: anche se mascherato dalla finitura, il legno per le sedute e per il sostegno al rialzo del prato č di tenero abete, e mostrerą presto segni di decadenza; cedimenti comprometteranno la stereometria delle sedute e il bordo netto del prato alzante; un disfacimento entrerą via via nel giardino fino a un "naturale" smantellamento |