così come un foglio carta, su cui è possibile scrivere e cancellare, il centro di produzione culturale può essere immaginato come quel medium trasformabile: una sorta di substrato plastico e neutrale su cui ogni produzione artistica lasci traccia del proprio passaggio, attraverso un apporto culturale.
da questa impostazione deriva l’esigenza di uno spazio aperto al pubblico ed estremamente fluido, in cui leggere lo stato attuale di queste trasformazioni, che funzioni in definitiva come una “tavoletta di cera” su cui imprimere dei segni destinati ad essere rimodellati o cancellati di volta in volta.
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