il progetto reinterpreta le sensazioni tipiche dei giardini monastici: serenità, riposo mentale, contemplazione. le tracce dei parterre scompaiono sotto un manto vegetale; alla ricerca dei limiti fisici dello spazio dell’hortus conclusus si dà luogo ad una nuova scansione ritmica della vegetazione tramite la piantumazione di arbusti di altezza media di fioritura estiva e con un solo colore: il bianco. la pavimentazione di quella che una volta era una stanza è un tappeto erboso, dei cuscini invitano a sostarvi. si recupera l’acqua come elemento proporzionatore di luce e suono. il muro che confina con l’esterno e la traccia dell’antica porta vengono trattati graficamente, alla ricerca di una relazione tra il giardino racchiuso e il paesaggio esterno immaginario. |