il deserto, reale o metaforico, è il topos di riferimento del certosino. nell’antinomia della pratica e degli ideali, la dialettica degli opposti struttura lo spazio, il deserto diventa un giardino. l’hortus è il deserto personale del monaco. quattro vasche in acciaio coperte da un velo d’acqua coprono la struttura esistente: quattro deserti d’acqua. da queste spuntano gli alberi, immutabili pure nella loro crescita. la luce si riflette nella superficie silenziosa dell’acqua, che naturalmente esposta al processo di evaporazione, umidifica l’aria e modifica la temperatura, dissolvendosi, lasciando un nuovo deserto. solo nel momento in cui pioverà, o qualcuno deciderà di riempire nuovamente le vasche, ci sarà di nuovo dell’acqua in esse. |