AREAL |
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ITALIA |
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su le soglie del bosco |
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b.lafortezza@awn.it |
Una fitta boscaglia di tamerici invade le mura dell’orto, annulla la percezione unitaria dello spazio della cella e dei suoi confini.
Le chiome morbide rendono l’atmosfera ovattata, smaterializzano la pietra, filtrano la luce del sole; l’acqua nebulizzata lascia la pelle umida.
Il giardino prende le distanze dai propri limiti: un distacco di circa un metro allontana simbolicamente il dentro dal fuori. I percorsi sono serrati tra i muri e i rami, si cammina sui margini; si sfiorano le pareti della cella, si scorge l’interno attraverso le finestre…
Una passerella taglia il giardino: da un lato un grande scavo lascia affiorare tra la vegetazione lacerti di mura, antiche memorie; dall’altro il “bosco” più intricato non ha passaggi segnati, ci si fa strada spostando i leggeri rami delle tamerici.
Chi si inoltra -immaginando di perdersi?– più in alto scopre una stanza: una panca, un cipresso. Ritrova il cielo.
Forse da qui si potrà guardare fuori.
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Author(s): barbara lafortezza, luigi riviello |
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