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Da sempre il progetto del giardino è “l’arte di mettere in relazione elementi apparentemente appartenenti a un ordine diverso” (M. Corajuod).Ad ordini assai diversi, per carattere e ruolo, si riferiscono gli elementi in gioco qui presenti: i resti archeologici, tracce che evocano identità del luogo trascorse ma ancora in qualche modo presenti; il recinto, archetipo connaturato all’idea di hortus conclusus: per entrare nel giardino occorre superare il limite; il parterre artificiale, con le impronte dell’orto monastico, ora in leggero rilievo al suolo, ora nella forma di una seduta conviviale; l’albero dei fantasmi, Davidia Involucrata, allegoria del giardino e delle presenze del passato. Tra essi una rete sottile di fil rouge, relazioni spaziali ed immateriali: il tempo, le permanenze, i cicli, il partito figurativo, l’artificio, la natura. Il giardino è un ipertesto di racconti simultanei, continuamente riscritti.
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Author(s): giovanni laganà, annalisa metta, michelangelo pugliese |
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