Lab.I.R.Int.   Italia
Come in una bottiglia  
Il monaco conduceva nella sua cella una vita di solitudine e meditazione,ma non sempre la sua era una sincera devozione,bensì un ritiro obbligato ai figli minori di potenti famiglie. Come doveva apparire al cadetto la vita monastica?Quale doveva essere il suo stato d'animo?Una costrizione,un obbligo insopportabile. E’ proprio questa sensazione di oppressione che si vuole sperimentare. Il visitatore potrà immedesimarsi nello stato d’animo di un frate obbligato nella cella 25. Questa cella gode di un particolare privilegio:una vista particolarmente vasta ed aperta verso il centro antico di Padula. L’obiettivo è quello di far percepire al visitatore la presenza di un mondo esterno,ed allo stesso tempo di non farglielo godere. L’unica visuale consentita in modo immediato è quella della chiesa di S.Michele posta sul punto più alto della collina. Un inequivocabile richiamo al triste destino già segnato del certosino,che contribuisce ad accentuare il senso di oppressione e di rassegnazione.
Author(s): fabrizio contessa, dario raguzzino, adele spiezie
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