Il bianco ed il nero, la luce e l’ombra. Un ingresso, due colori, due percorsi che si dipanano e si intersecano. Il giardino come un piano leggermente ondulato in cui lo spazio è segnato da un tappeto di inerti che dialoga con le preesistenze archeologiche esaltandole nel loro valore di ricordo ed amalgamandosi con esse.
Il giardino nasce come uno spazio mentale in cui la memoria storica ha un ruolo fondamentale e strutturante nel suo atto ideativo ma, come un essere vivente, col tempo assimila i movimenti e i passaggi dei suoi visitatori arrivando a narrare una sua propria storia.
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