Bari3 |
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Italia |
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sensus movere |
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In origine il muro del hortus conclusus separava ordine e caos, terra coltivata e terra selvaggia. La decadenza e l’abbandono della Certosa ha permesso alla natura di riappropiarsi di questi spazi, le piante infestanti hanno preso il sopravvento. Un unico albero è riuscito a resistere al caos: il melograno.L’uomo ritorna e ricostruisce quello che il tempo ha cancellato e si apre faticosamente percorsi regolari lì dove la natura aveva preso il sopravvento, conscio della precarietà del suo lavoro, se il suo impegno non sarà costante e duraturo.
L’idea alla base del progetto è quella del giardino come esperienza fisica. Un percorso di ghiaia fende un tappeto di lavanda e di festuca, percorso provvisorio che le piante possono sempre reinvadere. Solo la percorrrenza da parte dell’uomo può mantenere il percorso pulito. Il giardino quindi è contemporaneamente esperienza olfattiva e tattile, esperienza percettiva dei suoi colori blu, rosso e bianco delle essenze e della ghiaia.
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Author(s): mara carcavallo, lucia mennuno, vincenzina vitarella |
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