Antonio Zamora Cabrera   Spagna
chiuso, senza limiti  
Lo spazio “chiuso,senza limiti” immaginato dal progetto rende ambigua la definizione dell’hortus conclusus:quella del dentro-fuori,del chiuso-aperto,del finito-infinito. I muri laterali di uno spazio chiuso segnano il confine fra queste due dimensioni,mettendo in scena lo “sguardo escluso”;il progetto cerca l’occasione per ribaltare la dicotomia:mette in scena un ossimoro,catturando l’infinito nel finito. L’effetto straniante di tale operazione allude al bisogno umano di circoscrivere,nell’intento di rappresentare una realtà illimitata;un’elaborazione praticata tanto nel paesaggio,inteso come sguardo,quanto nella vita monacale. L’istallazione é costituita da elementi verticali che sorreggono un’unità ripetuta di gramigna, presente,di solito,in spazi aperti. I pali crescono in altezza verso il muro di fondo, unendo piano orizzontale e verticale; il “bosco” astratto che ne risulta si moltiplica indefinitamente sulla lama d’acqua che ne cattura il riflesso,le ombre e il cielo.
Author(s): rafael munar riera, mªÁngeles pérez de arenaza lópez, matteo zamagni, antonio zamora cabrera
  PROJECT N. 96 OF 185 ORTUS ARTIS COMPETITION BROWSE pages:  PAGE 1   PAGE 2    projects:  PREVIOUS   NEXT