Antonio Zamora Cabrera |
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Spagna |
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chiuso, senza limiti |
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azcab@hotmail.com |
Lo spazio “chiuso,senza limiti” immaginato dal progetto rende ambigua la definizione dell’hortus conclusus:quella del dentro-fuori,del chiuso-aperto,del finito-infinito.
I muri laterali di uno spazio chiuso segnano il confine fra queste due dimensioni,mettendo in scena lo “sguardo escluso”;il progetto cerca l’occasione per ribaltare la dicotomia:mette in scena un ossimoro,catturando l’infinito nel finito.
L’effetto straniante di tale operazione allude al bisogno umano di circoscrivere,nell’intento di rappresentare una realtà illimitata;un’elaborazione praticata tanto nel paesaggio,inteso come sguardo,quanto nella vita monacale.
L’istallazione é costituita da elementi verticali che sorreggono un’unità ripetuta di gramigna, presente,di solito,in spazi aperti. I pali crescono in altezza verso il muro di fondo, unendo piano orizzontale e verticale; il “bosco” astratto che ne risulta si moltiplica indefinitamente sulla lama d’acqua che ne cattura il riflesso,le ombre e il cielo.
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Author(s): rafael munar riera, mªÁngeles pérez de arenaza lópez, matteo zamagni, antonio zamora cabrera |
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