Se la Chiesa, oggi, si confrota con l’EROS materialista del mondo contemporaneo (vedi l’ultima enciclica “Deus Caritas Est”), la società occidentale prova una forte attrazione per l’AGAPE di certi spazi monastici (vedi recenti produzioni cinematografiche). Sembra che queste due forze si confrontino in un continuo gioco di equilibri. Così, il progetto dà forma ad uno spazio unico e bipolare determinato da una mesh toroidale di elementi di bambù che individuano due ambiti. Da una parte lo spazio dell’EROS, uno spazio, chiuso, ombroso, umido, selvatico, rettangolare > la città dell’uomo, dall’altro lo spazio dell’Agape, aperto, solare, caldo,circolare > la città di Dio. La struttura si ispira alle architetture di verzura della tradizione. In entrambi gli ambiti un banner LED fa scorrere estratti di due opere letterarie: nello spazio dell’eros “Justine ou les malheurs de la vertu” di D.A.F. Marquis De Sade, nello spazio dell’agape “Il Castello Interiore, Le Mansiòn” di S. Teresa del Gesù. |