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In viaggio con calvino - Il giardino delle parole
Roma - first prize
Dalle sensazioni suscitate dagli scritti e dal desiderio di percorrere quei luoghi leggeri e immateriali, quei paesaggi della mente tanto sognati ma nello stesso tempo tanto veri da sembrare conosciuti, fino al punto di appartenerci come esperienza spaziale fisica e mentale. Lontano, prendeva forma nella mente una tessitura di linee spezzate e oblique, con segmenti che tendono a sporgere fuori dagli angoli, proprio come quella che Calvino diceva essere la forma del mondo. Contemporaneamente queste ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma, cominciano a insinuarsi tra gli elementi del giardino quasi a costituire "una grande scatola vuota per accogliere le ombre del mondo", una scatola che contiene tutto e niente, che s’interseca con i percorsi e le traiettorie del visitatore formando circuiti disordinati e sconnessi in cui i fantasmi dell’uomo contemporaneo vagano alla deriva.